Il Nepal, i racconti e le foto di Augusta e Stefano

Gli 8000 e l'Alpinismo

Mentre i preparativi per il Kindergarten fervono, abbiamo pensato di raccontarvi qualche sfumatura nepalese, per permettere ad ognuno di voi di contestualizzare il nostro progetto nella cultura del paese in cui è inserito, nei paesaggi, nella storia e nella religione.
 
Qui al CampoBase entriamo quindi nella tenda di Stefano ed Augusta e ci lasciamo guidare da loro alla scoperta del Nepal!
 
Perché parlare del Nepal?
Per mille motivi, e proviamo a spiegarveli, un po’ per volta, partendo dalla nostra tenda davanti al massiccio dell’ Annapurna, a 5400 metri s.l.m.
Parliamo di un paese per molti aspetti straordinario, per peculiarità paesaggistiche, artistiche, storico-culturali, religiose e sportive. Si può immaginare il Nepal come una scatola cinese o come una matrioska, con infinite sfumature di diversità in contesti fra di loro affini e vicinissimi, spiritualmente e fisicamente.
 
Pensiamo alla dimensione sportiva: è difficile immaginare Kathmandu non solo come la capitale di stato ma anche come la capitale mondiale dell’ alpinismo, eppure buona parte delle imprese più note si sono sviluppate sull’ asse Kathmandu- catena Himalayana. Imprese di altissimo livello, che hanno contribuito alla leggenda dell’ alpinismo ma anche della storia tout-court della società moderna, come la conquista degli “8000”, le montagne più alte del mondo, iniziata negli anni ’50 e culminata con la recentissima grande impresa di 10 nepalesi che per la prima volta nella storia hanno salito il K2 in inverno, aspettandosi 10 metri sotto la vetta per salire in cima tutti insieme cantando il loro inno nazionale.
 
Oggi le spedizioni alpinistiche e i trekking rappresentano una grandissima risorsa per il Nepal, non solo per il governo, che guadagna con tasse e permessi, ma anche per le popolazioni locali che possono cambiare la loro vita grazie ai guadagni derivanti dall’ accompagnamento degli alpinisti: il tenore di vita nelle zone dell’ Everest e dell’ Annapurna è radicalmente migliore rispetto a zone meno battute dal turismo degli sport di montagna; ma non si tratta solo del compenso sindacale né delle mance elargite a guide, portatori e sherpa: qui si parla anche di un sentimento di grande affetto e fratellanza che rimane nel cuore di alpinisti ed escursionisti, che spesso anche a distanza di anni, mantengono un tangibile legame con quelle genti conosciute in alta quota, un legame che significa aiuti concreti e duraturi nel tempo per la costruzione di scuole, ospedali, ambulatori, borse di studio per gli studenti, progetti di aiuto e solidarietà per le donne.
 
E con questo tiriamo il fiato nell’ aria sottile dell’ alta quota, ci risentiamo con la prossima puntata sul Nepal!

La Spiritualità

Bodanath
Le bandierine di preghiera
Pellegrini a Swayambunath
La sacralità di Pashuatinat

Vogliamo proseguire la chiacchierata sul Nepal?

Oltre alla montagna, seppure fondamentale, si apre un altro mondo di arte, spiritualità, ricchezza umana.
Il Nepal non è stata la patria del Buddismo, che ha avuto origine in India e si è poi sviluppato in una delle sue manifestazioni più espressive nel vicino Tibet, però la componente buddista, seppure minoritaria, è di grande importanza, soprattutto nelle valli di montagna di confine, ove vi è netta prevalenza di popolazioni buddiste di origine tibetana che hanno portato con sé la loro religione e le loro tradizioni; la più famosa di queste è il popolo Sherpa insediatosi nella valle del Khumbu (la regione dell’ Everest) noto in tutto il mondo per le sue capacità genetiche di adattamento all’ alta quota che gli ha permesso di diventare il simbolo stesso degli accompagnatori in Himalaya di trekkers e alpinisti.
 
Uno dei simboli della capitale Kathmandu è lo stupa di Bodanath, ovvero il più importante tempio del buddismo tibetano fuori dal Tibet, un centro di spiritualità straordinario ove convergono turisti, viaggiatori, cittadini nepalesi, pellegrini e profughi tibetani.
 
Il buddismo, come abbiamo detto, è religione minoritaria nel Nepal, ove l’ 80% della popolazione è induista, ma in questa nazione le due religioni convivono in modo assolutamente pacifico, spesso condividono templi e divinità, seppure con nomi e fattezze diverse, condividono rituali e modalità di preghiera: una fotografia e un ricordo che concretizzano questo sincretismo è quello di una pellegrina induista che a Swayambunath (il “tempio delle scimmie”, luogo sacro per entrambe le religioni) percorre il periplo di un tempietto buddista facendo girare le ruote di preghiera, uno dei simboli più rappresentativi dei rituali buddisti.
Questo costituisce uno straordinario “laboratorio” di convivenza pacifica e di tolleranza fra due delle 4 grandi religioni mondiali, tanto più nel contesto di una situazione globale politica, sociale e religiosa sempre più drammatica come tutti ben sappiamo.
 
E quindi ci si può ritrovare, dopo essere scesi dalla lunga scalinata del tempio delle scimmie, a poche ore e pochi chilometri di distanza, a percorrere il periplo circolare, rigorosamente in senso orario, del tempio buddista di Bodanath, con le orecchie e la mente totalmente assorbite dal mantra più classico, l’ Om mane padme um che risuona dai negozietti adiacenti al tempio, e poco dopo ritrovarsi ad assistere ai funerali rituali induisti a Pashupatinath, lungo le sponde del fiume Baghmati, con le impressionanti esperienze non solo visive ma anche olfattive dei cadaveri che bruciano sulle piattaforme di cemento a ridosso del fiume, dove poi al termine della cremazione, le ceneri vengono affidate al corso dell’ acqua.
 
E a questo punto vi diamo appuntamento alla prossima puntata per parlare di Kathmandu!

Kathmandu
e dintorni

Baktapur
Patan
Durbar Square, Kathmandu
Un risciò a Thamel, il quartiere turistico di Kathmandu
Parliamo ancora un po’ di Kathmandu e della sua valle.
 
Fra i tanti motivi per cui vale la pena affrontare un viaggio in Nepal, vi è lo straordinario patrimonio artistico- architettonico (la location più celebre è l’ antica capitale reale di Baktapur ove erano state girate alcune scene del film di B.Bertolucci “Il piccolo Buddha”) che compendia quasi 15 secoli di storia e di cultura delle dinastie regnanti nepalesi dal 5° al 17° secolo, e che fortunatamente riesce sempre in qualche modo a sopravvivere ai periodici terremoti che affliggono il paese e che in tempi recenti, dopo l’ ultimo sisma del 2015, hanno fatto convergere aiuti internazionali per la ricostruzione.
 
Negli immediati dintorni del nucleo urbano di Kathmandu bisogna visitare la piazza di Patan, altra antica cittadina reale, ormai agglomerata alla metropoli, con i suoi templi anch’essi splendidi mix di arte induista e buddista; Baktapur, a pochi chilometri dalla capitale, un incredibile museo a cielo aperto!
 
E poi i quartieri urbani: nel cuore della città la Durbar Square, pesantemente colpita dal terremoto; Pashupatinath, un piccolo spaccato di India con i rituali induisti delle cremazioni dei cadaveri; lo stupa buddista di Bodanath; il tempio delle scimmie di Swayambunath, sacro alle due religioni, sono solo i più noti dei siti artistici e culturali della città.
E, con un pizzico di allenamento, di entusiasmo e senso di avventura, vi consigliamo di esplorare tutte queste località a piedi, con un trekking urbano che vi permetterà di conoscere meno superficialmente la quotidianità degli abitanti, nonché degli splendidi percorsi urbani con degli affreschi di vita reale del tutto al di fuori dei classici circuiti turistici e infine scoprire ulteriori piccole perle di bellezza artistica e religiosa.
 
Ma vale la pena anche di immergersi per qualche ora nel caos del Thamel, il cuore pulsante di Kathmandu, ove si aprono decine e decine di agenzie turistiche, di trekking e alpinismo, di piccoli negozietti ove si possono acquistare a prezzi convenienti tutti i materiali tecnici da montagna, miriadi di ristorantini ove, a prezzi altrettanto bassi, si può mangiare di tutto, dalla cucina locale nepalese a quella tibetana, indiana e a quella internazionale, pizzerie incluse!.
Thamel, un posto essenzialmente turistico e commerciale, ma da visitare per capire uno dei tanti aspetti della vita di questa città, che si può amare o anche odiare (per il caos, lo smog, l’inquinamento, le polveri che si respirano ovunque) ma non lascia mai indifferenti.
 
E con questo speriamo di avervi fatto venire voglia di visitare questo splendido paese!

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